J&M e il trust patrimoniale
Quando si parla di trust patrimoniale, non si può fare a meno di far riferimento alle figure che caratterizzano questo istituto. Perché un trust possa esistere, infatti, è necessaria la presenza di alcuni soggetti: il primo è il settlor, colui che nel Medio Evo veniva indicato come feoffor to uses e che oggi è denominato disponente. Si tratta, in sostanza, della figura che decide di trasferire un diritto, un bene, più diritti o più beni a un trustee. Non è detto che il settlor debba essere uno solo: ce ne possono essere anche di più. Poi c’è il trustee, che in epoca medievale corrispondeva al feoffee, a indicare la detenzione di un diritto: il suo ruolo, infatti, è quello di ricevere i beni del disponente, per suo conto e in suo nome, allo scopo di amministrarli e di gestirli sulla base di uno scopo specifico stabilito dal settlor. Così come accade per il disponente, anche i trustee possono essere più di uno.
Poi c’è il beneficiario, o beneficiary, se si vuole adottare la terminologia anglosassone, che è il soggetto a cui il fondo in trust è destinato: nel Medio Evo ci si riferiva a questa figura con l’espressione cestui que trust. Infine, una quarta figura – che, a dire la verità, è presente solo in poche circostanze – è quella del protector, vale a dire il guardiano, a cui è attribuito il compito di verificare che l’operato del trustee sia regolare e che tutto avvenga all’insegna della correttezza. Per scoprire più da vicino il trust e le numerose possibilità che mette a disposizione, non c’è niente di più indicato del sito Trustpatrimoniale.com, che fa riferimento allo studio J&M: non solo vengono fornite informazioni molto dettagliate in proposito, ma vengono offerte anche soluzioni ad hoc studiate per le esigenze più diverse.
Trust patrimoniale: quando è necessario?
La scelta di ricorrere a un trust patrimoniale è, ovviamente, facoltativa: non ci sono obblighi di legge particolari, in proposito. Dal punto di vista delle imprese, comunque, i trust sono consigliabili per le partecipazioni, per i passaggi generazionali e in presenza di crisi di impresa che hanno bisogno di una soluzione. Ma i trust sono molto utili e utilizzati anche nella sfera privata: per esempio, nel caso di una separazione coniugale o di un divorzio, oppure quando si ha bisogno di gestire il passaggio generazionale, testamento incluso, nel modo più sereno e armonico possibile.
Insomma, sono tanti i momenti della vita e tante le fasi per cui un trust si rivela preferibile: tra gli scopi privati, vale la pena di menzionare anche l’eventualità per la quale serve segregare e separare il patrimonio personale rispetto al patrimonio dell’impresa di cui si è titolari. Una soluzione raccomandata non solo agli imprenditori e ai proprietari di aziende di grandi dimensioni, ma anche – anzi, ma soprattutto – ai liberi professionisti che operano su scala più ridotta.